sabato 29 dicembre 2007

Bruno Contrada prigioniero dei giudici

Assistiamo da alcuni giorni alla bagarre che si sta sviluppando attorno al caso Contrada, e alla richiesta da parte dei suoi legali della grazia. Come al solito le notizie vengono distorte e un buon cittadino prima di dare il proprio giudizio dovrebbe quantomeno consultare fonti diverse. Bene io ho tentato di farlo ed eccomi quì a scrivere. In primo luogo ho voluto consultare la voce del Dott. Contrada sul web, e leggendo tra le righe del suo blog (www.brunocontrada.info) ho potuto costatare che non è lui a chiedere la grazia come scrive in un messaggio di ingresso, e riporto testuali parole "All’inizio del sedicesimo anno del mio calvario intendo continuare ad urlare la totale estraneità alle infamanti accuse rivoltemi. Lo farò fino a quando avrò un filo di voce che mi permetterà di rivolgermi a qualsiasi Giudice disposto ad ascoltarmi.
Per questo motivo non ho chiesto alcuna grazia, poiché questa riguarda i colpevoli. Voglio quindi rasserenare gli animi dei parenti delle vittime della mafia che hanno manifestato le loro opinioni senza conoscere personalmente l’uomo Bruno Contrada e quello che lui ha compiuto nella lotta contro la mafia... ". Poi ho consultato le varie notizie riportate nelle testate giornalistiche on line, che cavalcando l'onda stanno ricreando lo scoop attorno alla vicenda che coinvolge l'ex numero 3 del sisde; la cosa che mi lascia più perplesso invece sono le dichiarazioni del Deputato Regionale Rita Borsellino, che ha fatto il diavolo a quattro per negare la ad un uomo la possibilità di morire tra i suoi cari. Dal sito della Borsellino ho potuto leggere una frase che mai avrebbe dovuto pronunciare in memoria del fratello Paolo, dice:"Coloro che si accingono a decidere devono sapere che questo dubbio si riaccenderà anche sul loro operato." riferendosi ai magistrati che dovranno esaminare la richiesta, ma cos'è una minaccia nei confronti dei megistrati??? Ma che siamo usciti fuori di senno??? Solo pochi giorni fà abbiamo sentito la stessa frase pronunciata in una fiction televisiva, tanto discussa, "Il capo dei capi", e a pronunciarla non era certo un giudice, ne tantomeno l'attore che degnamente impersonava Paolo Borsellino. Poi assistiamo alle dichiarazioni, che sanno quasi di odio, delle associazioni dei familiari delle vittime della mafia, e mi viene da chiedere, si sentiranno meglio se Contrada morisse nelle patrie galere? Farà tornare in vita i loro cari la morte di quest'uomo? Certo è che la vicenda di Contrada presenta luci e ombre, ma un servitore dello stato che ha lottato contro la mafia, deve per forza morire per aver riconosciuto il suo operato?

3 commenti:

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